Giù i ponteggi anche da questo edificio in piazza Sant’Eligio alla Loggia, alle spalle della Vucciria. Da definire ancora il piano terreno e gli interni. Cosa avrà di particolare direte voi, un restauro come tanti altri, un semplicissimo catoio come molti nella città vecchia. Richiamo la vostra attenzione sui tre balconi del primo piano che presentano degli inusuali parapetti di gusto contemporaneo (il primo da sinistra a semplici barre verticali, il secondo con dei bei trafori e il trezo con disegni geometrici sporgenti). Non male, un modo per rendere particolare un edificio altrimenti simile a tanti altri. Vorrei sapere cosa ne pensano gli altri di eventuali inserimenti di questo tipo.
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Le soluzioni adottate nei balconi denotano quantomeno un minimo di progresso e di apertura verso nuove idee e stili.
Personalmente non comprendo perchè questi parapetti non siano stati estesi all’intera facciata.
Divergenza tra i vari proprietari?
Purtroppo non siamo ancora pronti !
Dopo più di 60 anni di immobilismo, a Palermo, il gusto per il bello e le capacità tecniche di produzione dell’arte si sono notevolmente ridotte, come del resto testimoniano gli esempi delle foto.
Positiva è la voglia di cambiamento, triste invece l’assoluta mancanza di qualsiasi riferimento. Se la ringhiera di destra è molto simile a quelle che si possono trovare in molte “palazzine” degli anni del sacco di palermo, l’altra, che non dialoga assolutamente con la sua compagna, sembra un esercizio di arte naif, elaborazione di una sciarpa zebrata.
Comunque sia, reputo molto positivo l’esempio che quest’azione può dare, magari da questo primo esempio, a mio avviso non molto ben riuscito, potrà scaturire l’energia necessaria a far nascere un circolo virtuoso.
Salve, mi presento, mi chiamo Jacopo Russo, sono l’architetto di questo lavoro; mi fa piacere che abbia suscitato già qualche interesse, ma in ogni caso il lavoro non è ultimato, altre ringhiere sono in lavorazione, l’obiettivo è in ogni caso fornire un impatto contemporaneo più palpabile e visibile.
L’idea di base era proprio quella di non creare l’ennesima ricostruzione in stile di cui ne è pieno il centro; la verità è che con la smania di recuperare ci siamo dimenticati di chiederci cosa vale la pena recuperare e cosa invece oggi potremmo esprimere meglio con linguaggio moderno. Un elemento scultoreo ma poco invasivo come la ringhiera potrebbe quindi testimoniare il passaggio e il lavoro di artisti moderni, siciliani e non, e ridare la giusta dignità all’edificio e al contesto, in un dialogo artistico vivo tra vecchio e nuovo.
Il risultato artistico? va contestualizzato, avrà l’aspetto di un work in progress, cui ognuno potrà dare la propria interpretazione o contributo, ma sarà parte della città.
@archrusso, complimenti, a me l’intervento è piaciuto molto. Piuttosto una domanda, il portale tompagnato lato piazzetta appalto deve essere ancora definito e ripulito oppure rimarrà così, un pò “dimesso”?
@archrusso, anche a me piace 🙂
ottima idea, speriamo aiuti a migliorare le sorti del quartiere vucciria, dimenticato e degradato.
Il portale sulla piazzetta oggi è una stanza del locale pt e non è più apribile, una volta era l’ingresso del palazzo,
l’attuale ingresso è quel piccolo portoncino per il quale è in lavorazione un disegno di un artista finlandese che ha collaborato con noi. Il desiderio è quello di dare risalto ad ogni elemento architettonico, come accadeva nei cantieri del passato, utilizzando un linguaggio moderno non invasivo.
No no, non intendevo questo. Si intuiva che non sarebbe più stato aperto. Parlavo della sua definizione estetica, sembra ancora che la pietra sia da ripulire, se è previsto un ripristino della cornice superiore che è mancante. Inoltre già che ci sono, le saracinesche verranno eliminate? il disegno delle aperture a piano terra regolarizzato? cosa farete per i cavi penzolanti? ho esagerato?;-)
NON Male! 🙂
Condivido in pieno il commento di ARCHIMEDE!
Si al nuovo ma con raziocino!!!
No, non ripristinerò le parti mancanti, non ho bisogno di nascondere le mancanze date dal naturale degrado, in ogni caso la lettura di entrambe le facciatre sarebbe asimmetrica. Per quanto riguarda le saracinesche, non abbiamo ancora scelto, appartengono a tre persone diverse, ognuna con interessi commerciali che puoi immaginare, vedremo.
Infine sui cavi penzolanti ci sarebbe da fare un articolo a parte: la maggior parte di essi sono illuminazione pubblica, Il comune ormai chiede ai privati di interrarli a proprie spese, ma in altri casi in città qesto lavoro è stato un appalto pubblico, credo di essere riuscito a fare più di quanto immaginato con finanziamenti totalmente privati.